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Commento: Io voglio del ver la mia donna laudare

di Guido Guinizzelli
Commento:

E’ un sonetto orientato in direzione stilnovistica del canzoniere guinizelliano, segnalato per la presenza della tecnica dell’analogia e per alcune affermazioni delle terzine che contengono la poetica dello stilnovo, formulata senza preoccupazioni dottrinarie (come nella celebre canzone), a con maggiore slancio fantastico.
Il poeta vuole in verità lodare la sua donna e paragonarla alla rosa e al giglio, le sembra la stella che annuncia la luce diurna e metterla a confronto con tutto ciò che lassù nel cielo è bello. Ella rassomiglia ad una verde compagna e l’aria, a tutti i colori dei fiori, giallo e vermiglio, all’oro, alle pietre preziose azzurre, alle gemme preziose degne di essere date in dono. Persino Amore per opera sua si perfeziona.
Ella passa per le strade odierna di una dignitosa bellezza, poiché è tanto gentile che diminuisce l’orgoglio rendendo umile colui al quale rivolge un saluto, tanto che lo converte alla nostra fede se ancora non crede. Non le si può avvicinare nessun uomo che sia vile, perché ella possiede una dote straordinaria che nessun uomo può immaginare finché non la vede.



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