Scuolissima.com - Logo

Riassunto: Fontamara

di Ignazio Silone
Riassunto:

Silone terminò il suo romanzo d'esordio a Davos, in Svizzera, nel 1930. Uscì in tedesco, nel 1933, a Zurigo e poi in italiano, nel 1947; l'edizione definitiva è del 1953.
La vicenda si svolge a Fontamara, immaginario paese della Marsica, in Abruzzo, nei primi anni del fascismo. La popolazione è divisa tra i pochi galantuomini e i molti cafoni. Questi ultimi sono i lavoratori della terra, vittime dei soprusi di chi detiene il potere. L'avvento del fascismo non cambia le cose, perché i galantuomini si accordano subito con i fascisti. I cafoni devono subire la deviazione di un corso d'acqua, vantaggiosa per un prepotente imprenditore (l'impresario) venuto da Roma, ma rovinosa per loro. A guidare la protesta sono le donne, ripagate però da nuovi soprusi. Quando i cafoni incendiano lo steccato che delimita un terreno di cui il nuovo padrone si è impossessato, contro Fontamara muove una violenta spedizione di fascisti. Tra i cafoni emerge Berardo Viola. Assetato di giustizia, prima convince alcuni giovani a reagire, poi, deluso, emigra a Roma. Qui conosce un militante antifascista; incarcerato con lui per errore, si denuncia al suo posto. L'altro viene liberato, mentre Berardo è torturato e ucciso. Il compagno, però, informa i fontamaresi di quanto è accaduto e insegna loro a stampare un giornale clandestino (Che fare?), che sarà il loro primo strumento di lotta politica.
A narrare i fatti sono tre cafoni fuggiti da Fontamara e recatisi in Svizzera dallo scrittore: marito, moglie e figlio raccontano, alternandosi, ciò che anno visto con i loro occhi, lasciando all'autore il compito di scrivere la loro storia in italiano corretto. Ne risulta un romanzo corale, che ha per protagonista tutta la popolazione del villaggio. Nella conclusione, invece, domina la figura di Berardo Viola: è lui l'eroe positivo che, sacrificandosi per un ideale, insegna ai compaesani a battersi per la loro dignità.

La libertà è una conquista
Pietro Spina è appena rientrato in Italia, solo, ammalato come antifascista. E’ tornato nella sua terra d’Abruzzo e ha cercato di stabilire i primi contatti con i vecchi amici, con i quali un tempo aveva diviso ideali e sogni. Ma essi, amanti del quieto vivere, sono rimasti a casa e hanno accettato le nuove regole, passivamente adeguandosi al regime. Anche Nunzio, il medico, in un primo momento non vuol saperne di aiutare Pietro col rischio di compromettersi, ma alla fine di un colloquio con lui si sente coinvolto dalle sue parole e dalla sicurezza della sua fede nella libertà. Nelle pagine che seguono abbiamo un esempio della personalità fiera e generosa di Pietro, il rivoluzionario puro votato ad ogni sacrificio. E’ un brano un po’ silenzioso, emblematico dei sentimento dello stesso Silone che si serve delle sue opere, Specialmente le prime, come di uno strumento di lotta antifascista.

Parti giuste: tre quarti per ciascuno
L’impresario ha fatto deviare il corso del ruscello che irrigava le terre di Fontamara. I contadini sono disperati perché senza quell’acqua, già scarsa, non potrà esserci coltivazione e sarà la fame. Ma gli uomini non possono prendere iniziative di protesta per non essere arrestati, per questo si muovono le donne, coraggiosamente, tutte insieme, spronate dalla vedova Marietta, la più intraprendente.
Dopo un lungo cammino, arrivano a Avezzano mentre nel palazzo del Comune l’Impresario festeggia la sua nomina a podestà; egli è cortese, apparentemente magnanimo, ma con paternalistica affabilità sa imbrogliare quelle poverette, approfittando della loro soggezione e della loro ignoranza.

L'adunata dei cafoni ad Avezzano Capitolo 4 (Continua qui)



🧞 Continua a leggere su Scuolissima.com
Cerca appunti o informazioni su uno specifico argomento. Il nostro genio li troverà per te.




© Scuolissima.com - appunti di scuola online! © 2012 - 2024, diritti riservati di Andrea Sapuppo
P. IVA 05219230876

Policy Privacy - Cambia Impostazioni Cookies