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Riassunto: Senilità, Svevo

di Italo Svevo
Riassunto:

La trama di Senilità è stata riassunta dallo stesso Svevo nel profilo autobiografico del 1928. Il romanzo, scrive l’autore, è il racconto che il trentenne Emilio Brentani si concede cogliendola di proposito sulle vie di Trieste. Emilio è un impiegatuccio che gode nei circoli cittadini di una piccola fama letteraria si duole di aver sprecata (e di non aver goduto) tanta parte di vita. Vorrebbe vivere come fa lo scultore Balli, suo amico, ch’è indennizzato dell’insuccesso artistico da un grande successo personale, con le donne specialmente. Finora ad Emilio era sembrato di non aver saputo imitare l’amico, per le grandi responsabilità che su di lui incombevano, la sorte di una sorella, Amalia, che vive accanto a lui nella stessa inerzia, non più giovine e affatto bella. Subito la sorella è agitata vedendo che il fratello senza alcun ritegno si dedica al giuoco pericoloso e proibito dell’amore, ma presto si convince in seguito all’esempio del fratello e alle teorie del Balli, che essa fu ingannata e che l’amore dovrebbe essere il diritto di tutti. Per Emilio intanto la piccola avventura cui aveva voluto abbandonarsi si fa importante proprio in sproporzione al valore morale di Angiolina. Anzi ogni scoperta di una bassezza o di un tradimento di Angiolina non ha effetto che di legarlo meglio a lei. Egli sente il suo attaccamento e la sua soggezione a quella donna quale un delitto. Non sapendo imitare il Balli ne invoca l’aiuto. L’intervento del Balli fra i due amanti ed anche tra il fratello e la sorella ha degli effetti disastrosi. Tutt’e due le donne s’innamorano di lui. Inutilmente Emilio tenta di allontanarlo da Angiolina, perché costei gli si attacca, ma con facilità l’allontana dalla sorella, che ora dovrebbe ritornare alla sua prima inerzia e che invece segretamente si procura l’oblio con l’etere profumato (con l’alcol). Un giorno Emilio trova la sorella nel delirio della polmonite. Richiama il Balli e i due uomini aiutati da una vicina assistono la moribonda. Ancora una volta per aver scoperto un nuovo tradimento di Angiolina, Emilio lascia sola la sorella, ma poi ritorna a lei e le resta accanto finché chiude gli occhi.
L’epilogo vede finalmente distanziarsi dai continui tradimenti di Angiolina. Profondamente deluso e affranto, decide di isolarsi da tutto, evadendo dalla triste realtà: finirà per vivere da solo e soltanto nei propri ricordi, come un vecchio (da qui il titolo Senilità). Per se stesso conserverà un’immagine tutta idealizzata di Angiolina, accarezzandolo nella memoria come un simbolo alto, magnifico di bellezza e bontà.

Emilio il fratello carnale di Alfonso
Scritto tra il 1896 e il 1897, il romanzo uscì a stampa nel 1898, dapprima in 79 puntate in appendice al quotidiano triestino l’indipendente, tra luglio e settembre, e poco dopo in volume presso l’editore triestino Vram, lo stesso che aveva pubblicato Una vita.
A un primo livello di lettura, Senilità si presenta come la naturale continuazione di Una vita. I tratti psicologici e sociali di Emilio Brentani sono infatti gli stessi di Alfonso Nitti: entrambi sono impiegati piccolo borghesi, con velleità intellettuali, pur se incapaci di perseguire le proprie ambizioni, frustati dall’inerzia. Lo stesso Svevo dichiara che Emilio è il fratello carnale di Alfonso, poiché anch’egli è sostanzialmente un inetto, incapace di rapportarsi con la realtà circostante e con le persone: alla fine della vicenda, diversamente da Alfonso, Emilio non si suicida, ma accetta di rientrare nei ranghi del borghese pacifico, rassicurato dalla tranquilla routine quotidiana.
Anche l’ambientazione esterna ci riporta a quella di Una vita. Il mondo in cui si svolge il racconto è descritto nei primi capitoli con accuratezza veristica: una Triste talora noturna, piovosa e deserta, talora solare e affollata, bilanciata tra il Corso, brillante di mondanità, e le zone industriali, dove ferve il lavoro.
Man mano, però che la narrazione avanza, il lettore avverte l’inconsistenza di tale scenario. La triste reale cede il campo a una sorta di paese dell’anima, ricostruito da Emilio sulla scorta del suo sogno e della sua nevrosi. Anche il tempo reale pare sfumare nel tempo tutto interiore dei ricordi, delle attese, dei sogni del protagonista Emilio. Dal punto di vista cronologico, la vicenda è molto compatta e copre all’incirca l’arco di un anno.
Molto curato è anche il sistema dei personaggi. Una vita, il primo romanzo di Svevo, gravitava per intero sulle vicende di Alfonso Nitti e sulla sua solitudine, raffigurata nei mesti monologhi del protagonista. Invece Senilità mostra una più armoniosa struttura a quadrilatero: agiscono quattro personaggi, che si equivalgono nella narrazione come presenza e peso narrativo. Tutto però a ben vedere ruota intorno al protagonista Emilio: gli altri tre personaggi servono a rispecchiare la sua inettitudine per analogia (la sorella Amalia) e per contrasto (l’amico Balli), oppure a mettere in luce l’inconsistenza della sua volontà (Angiolina).

Una relazione sentimentale fra realtà e nevrosi
La parabola narrata dal romanzo si può riassumere così: nel momento in cui Emilio cerca un'avventura amorosa per uscire in qualche modo dalla mediocrità, si rivela poi incapace di gestirla per quello che è, cioè come un diversivo, un'avventuretta per nulla impegnativa. Egli inizia la relazione con Angiolina convinto di poter facilmente educare la ragazza; ma, al contrario, finisce per subire da lei un'educazione sentimentale a rovescio, nel senso che riceve dalla ragazza clamorose lezioni di vita, tradimenti e abbandono.

Per nascondere debolezze e sconfitte, Emilio costruisce per sé e per la ragazza maschere fittizie, fortemente illusorie e deformanti. Ad Angiolina attribuisce tratti di fragilità e innocenza che decisamente non appartengono alla ragazza. Quanto a se stesso, si presenta sulla scena come uomo cinico, maturo e sicuro di sé, mentre nella realtà e tutt'altro; ha voluto adeguarsi agli stereotipi dominanti del maschio aggressivo, senza possederne affatto la natura, che è quella di un individuo incerto, timoroso di affrontare la realtà, in una parola inetto.

La doppia prospettiva della narrazione
Tutto ciò accade nella disturbata coscienza/incoscienza di Emilio: il mondo reale viene come inghiottito, pagina dopo pagina, dallo sguardo soggettivo del protagonista, e finisce per svaporare e dissolversi in esso. Il narratore onnisciente dei primi capitoli si ritira via via nell'ombra, fino a sparire:
e quello che poteva sembrare, all'inizio, un romanzo naturalista, si tramuta sempre più apertamente in un moderno romanzo psicologico, dall'impianto narrativo nuovo ed efficacissimo.

Questo sguardo soggettivo dal quale filtra tutta la narrazione di Senilità è, a ben vedere, uno sguardo a due facce:
  • da una parte abbiamo la sistematica mistificazione con cui Emilio guarda alla realtà e agisce;
  • dall'altra la rivelazione anch'essa sistematica con cui il narratore smaschera le menzogne del protagonista.
La prima visuale è quella dominante, nel senso che il lettore apprende le vicende sempre dal punto di vista di Emilio. Ma sono sufficienti brevi notazioni da parte dell'autore (un cenno, un aggettivo o un avverbio) perché il lettore riconosca come false e inattendibili le motivazioni e le giustificazioni che il personaggio fornisce per il proprio agire.

Alla fine il narratore scopre e svela la falsa coscienza del suo personaggio.
  • Emilio vuole mostrarsi un rude donnaiolo, ma in realtà è debolissimo, incapace di gestire un rapporto di coppia;
  • vuole apparire un cinico e disincantato amorale, ma in realtà è ossessionato dalla gelosia, dal perbenismo e da una concezione antiquata e letteraria della femminilità (la donna come essere dolce, fragile, innocente, bisognoso di guida e protezione);
  • vorrebbe presentarsi come un individuo maturo e deciso, mentre è eternamente incerto, lacerato nel suo intimo.
Il narratore annulla così ogni possibilità d'identificazione e di simpatia verso il proprio personaggio, che rimane costantemente sotto il bersaglio del giudizio e dell'analisi.



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