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Analisi: Pianto antico, Carducci

di Giosue Carducci
Analisi del testo:

E' una tra le liriche più melodiose del Carducci. Il dolore, che nella lettera al Chiarini , sfociava nella disperazione, qui è contenuto da un senso di dolce malinconia che si effonde in versi dal ritmo lento e pacato. La lirica è del 1871, un anno dopo la morte del bambino.

LA COMPRENSIONE
Il concetto dominante di Pianto antico è impostato sulla contrapposizione tra il melograno tornato a rifiorire e il bambino del poeta che giace nella terra fredda. Da questo confronto la natura in fiore e la desolazione della morte nasce quel tono malinconico che pervade tutta l'ode.

I PARTICOLARI
Esaminiamo ora i particolari di ogni strofa o, meglio, di ogni coppia di strofe (ogni periodo si svolge infatti in due quartine).

I e II Strofa. Che cosa ci colpisce di più nella I strofa? Non l'albero tornato a rifiorire ma la visione di quella pargoletta mano protesa verso i fiori rossi e festosi tra il verde delle foglie. La II strofa si apre con una nota di contrasto nell'orto, ora immerso nel silenzio e nella solitudine perchè non c'è più il bambino, l'albero è tornato a rifiorire al sole caldo di giugno.

III e IV Strofa. Sono due quartine ricche di drammaticità: vi traspare l'immenso dolore del poeta e, insieme, la sua disperazione per aver visto cadere l'ultima speranza, l'estremo unico fior che non ritornerà mai più a fiorire come ha fatto invece il melograno riscaldao dal sole di giugno.
Riappare qui più intenso il contrasto tra la vita e la morte, tra la luce del sole che scalda e fa rifiorire la natura e il freddo tenebroso della terra dove è sepolto il piccolo Dante. E proprio da questa opposizione si leva il grido disperato di un padre che sente dolorosamente la sua impotenza: il suo immenso affetto non riuscirà a richiamare in vita il figlioletto.

né ti risveglia amor

E con questa voce di angoscia si chiude la breve lirica così ricca di timbri di colore e così intensa di sentimenti e di note di luce.


La Metrica: ode composta da 4 quartine di versi settenari. I primi tre sono piani (il primo verso è libero da rima, il secondo e il terzo sono a rima baciata); il quarto verso, tronco, viene collegato dalla rima agli ultimi versi di ciascuna strofetta. Schema ABBC, DEEC, FGGC, HIIC. Questo metro di origine classica fu ripreso nel Settecento, in corrispondenza con il gusto arcadico.


L'ASPETTO MORFOLOGICO
Il linguagio Pianto antico è letterario e palesa una scelta accurata ed espressiva del lessico, soprattutto degli aggettivi e dei verbi. Vediamoli insieme.
Gli aggettivi comunicano al nome un tono gentile (pargoletta mano) o lo ravvivano con timbri di colore (verde melograno, vermigli fior) o lo caricano di toni cupi che infondono un brivido di freddo (muto orto solingo, pianta percossa e inaridita, inutil vita, estremo unico fior, terra fredda, terra negra - nota quel negra) che esprime il buio molto più intensamente di nera).
I verbi sottolineano il contrasto tra il rifiorire della natura e l'inerzia statica della morte in questa contrapposizione tra vita e morte, come abbiamo già detto, si accentra il tema della lirica.
-tendevi, oltre a manifestare il rimpianto struggente del poeta (tendevi allora, ora non più) esprime intensamente lo sforzo del bimbo per prendere quei fiori rossi tanto allettanti;
-rinverdì, dal suono gioiosamente squillante, sembra trasmettere il guizzo che risvelia la natura a primavera;
-ristora, in cui si sente la vampa benefica del sole che dà vigore alla pianta (nota la variazione dei tempi verbali: prima l'imperfetto, tendevi - sottolinea aione ripetuta nel passato poi il passato remoto, rinverdì - esprime momentaneità d'azione nel passato come se il melograno, al calore del sole, fosse improvvisamente rifiorito, infine il presente, ristora, come a esprimere l'intensità continua della vampa ristoratrice e feconda.
-né...rallegra né...risveglia, ci dicono tutto lo strazio del poeta per il suo bambino morto.

Analisi 2
La lirica è l'espressione di una crisi profonda, che la poesia non può arginare, ma solo manifestare. La straziante condizione di dolore si esplicita al versetto 11, nella dichiarazione dell'inutil vita. Man mano la lirica sembra sprofondare (come un corpo nella tomba) in una visione di cupo materialismo. Non ci sono conciliazioni possibili: la morte è la non vita, e il buio si oppone senza scampo alla luce. Nessuno stupore, di fronte all'ineluttabilità di questo pianto antico, ma neppure una qualche consolazione. Il filo conduttore del testo è il contrasto tra VITA e MORTE o LUCE e OMBRA. Esso si distribuisce tra le prime due strofe e le ultime due immagini di luce e vita (vermigli fior, ristora, luce, calor) si contrappongono a quelle di ombra e di morte (inutil vita, terra fredda, terra negra).
Il testo si sviluppa in 4 strofe di 4 versi "quartine"
Il testo si sviluppa in 4 strofe. Le prime due strofe presentano un ritmo abbastanza piano e narrativo; le ultime due sono scandite dalle ripetizioni (tu, tu sei nella terra, sei nella terra).
Nella prima quartina prevale la presenza di certi elementi naturali colti in tutta la loro realtà: il verde dell'albero di melograno, i suoi frutti rossi, sono espressi con toni graziosi ed espressioni gentili (pargoletta, verde, bei, vermigli). Già a partire dalla seconda strofa, però le cose si complicano; la realtà non appare più tanto scontata (il muto orto, il figlio fiore, il padre pianta).
La terza e la quarta strofa battono sulle noti dolenti che si traducono attraverso le metafore e gli aggettivi:
per quanto riguarda le metafore si evidenzia il nesso figlio, fiore della vita, e padre, pianta inaridita; esso sottolinea la condizione del poeta , che si sente parte del processo biologico naturale di vita morte (lalbero fiore, padre figlio).
Gli aggettivi (percossa e inaridita, estremo unico , fredda , negra) rivelano un turbamento che sebra non provare tregua, e che anzi cresce man mano.
Molto espressivo è anche l'uso dei colori: il melograno è verde, i fiori vermigli,mentre la terra è negra. Anche i nessi fornici rimarcano la corrispondenza di significato: verde/vermigli /rinverdì; muto /orto.



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