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Biografia: Antonio Fogazzaro

Biografia:
Nacque a Vicenza nel 1842 da una famiglia benestante di fervidi sentimenti cattolici e antiaustriaci ed ebbe come primo maestro il poeta Giacomo Zanella, insigne come studioso e come patriota. Laureatosi in legge  Torino nel 1864, l'anno successivo si trasferì a Milano dove entrò a contatto con gli artisti della Scapigliatura, ma già nel '67 tornava definitivamente a Vicenza per dedicarsi del tutto all'attività letteraria. Educato ad una scrupolosa osservanza religiosa, smarrì la fede fin dall'adolescenza, ma si riaccostò a convinzioni religiose abbastanza sicure nel 1873 dopo un lungo travaglio di cui si hanno tracce nella problematica varia e complessa delle sue opere. Nel 1874 pubblicò la prima opera, il poemetto Miranda, e nel 1876 pubblicò una raccolta di versi, Valsolda: in ambedue sono evidenti molti dei motivi caratteristici della sua opera successiva di narratore, come certi atteggiamenti sentimentali e certe inclinazioni contemplative. Fu molto interessato alle conquiste scientifiche e alle idee dell'evoluzionismo darwiano; fu anche molto attivo politicamente e nel 1893 fu eletto consigliere porvinciale, mentre fu guardato con sospetto dalla Chiesa per certe idee progressiste in campo religioso. Morì a Vicenza nel 1911.

Le idee e le tematiche
L'opera del Fogazzaro si inquadra, per certi aspetti, nel Decadentismo (basterà pensare, ad esempio, alle inquietudini interiori e alle aspirazioni mistiche di alcuni personaggi delle sue opere o al suo modo di sentire la natura pervasa da un senso di mistero), ma alcuni dei suoi motivi più validi sono di derivazione romantica. Egli è romanziere ricco e interessante, anche per certe sperimentazioni stilistiche (l'uso del dialetto, ad esempio), ma non sempre i complessi motivi della sua ispirazione si risolvono con chiarezza; anzi, le sue opere sono spesso intricate da ansie spiritualistiche e misticheggianti. I suoi personaggi creature generalmente eccezionali, sono chiusi nei loro tormenti che sfociano spesso in soluzioni drammatiche, e tuttavia sono ancorati alla morale comune della borghesia e rispecchiano la torbida e tormentata atmosfera di fine secolo. Anche il sentimento religioso è nel Fogazzaro, confuso e inquieto, tutto teso a conciliare la scienza e il progresso con la fede, secondo le tormentate aspirazioni dello scrittore profondamente cattolico.


Le sue opere principali sono:

Malombra (1881): la contessina Marina di Malombra, che vive nel misterioso palazzo dello zio Cesare d’Ormengo, è ossessionata dall’idea di reincarnare la propria antenata Cecilia Varrega. Cecilia era morta confinata in quello stesso palazzo, per avere tradito il marito. Marina, allorché si innamora dello scrittore Corrado Silla, è ancora più fortemente assalita dalla sua ossessione, convinta che Corrado reincarni l’antico amante di Cecilia. Questa convinzione diventa vera follia che la induce a uccidere l’innamorato, quando questi cerca di allontanarsi da lei.

Daniele Cortis (1885): il giovane Daniele Cortis è combattuto tra una profonda coscienza religiosa che gli fa sognare un rinnovamento morale della società, in senso cristiano, e la passione per la cugina Elena, già sposata ad un altro. Il romanzo è incentrato su questo contrasto tra il desiderio di purezza e la passione peccaminosa a cui metterà fine la coraggiosa partenza della donna.

Piccolo mondo antico (1895): la vicenda ambientata a Oria, sul lago di Lugano tra il 1848 e il 1859, in piena dominazione austriaca. Franco Maironi sposa Luisa Rigey contro il volere della nonna, marchesa Orsola Maironi che, con l’inganno, lo disereda. Il matrimonio è allietato dalla nascita di Ombretta, ma Franco, per sostenere la famiglia, è costretto ad andare a Torino, dove lavoro come giornalista nell’ambito dei patrioti che preparano la liberazione del Lombardo-Veneto. Luisa, all’insaputa del marito, va ad incontrare la marchesa Maironi per reclamare i diritti ereditari, ma durante la sua assenza da casa Ombretta cade nel lago e muore. Questa disgrazia allontana i due coniugi: Franco, pur addoloratissimo, trova nella fede religiosa e nell’azione patriottica la capacità di reagire; Luisa si abbandona ad una disperazione inconsolabile e, per non separarsi dal cimitero di Oria, rifiuta di seguire il marito costretto all’esilio. Finalmente la marchesa, in punto di morte si pente dei suoi inganni e si riconcilia col nipote. E’ il 1859, la vigilia della seconda guerra di indipendenza e Franco sta per arruolarsi. Luisa, ripresa coscienza dopo diversi anni di smarrimento, ritorna da lui e quando egli parte è convinto che un’altra creatura verrà a colmare il vuoto lasciato da Ombretta.

Piccolo Mondo moderno (1900): è il seguito del romanzo precedente. Piero Maironi, figlio di Franco e Luisa, separato dalla moglie pazza, non resiste alla seducente bellezza di Jeanne; ma la morte della moglie è per lui come un richiamo contro il peccato e vale a rafforzare la sua vacillante fede. Infatti cambia completamente vita e, abbandonata Jeanne, dopo averla persuasa ad abbracciare la vie del bene, si dedica egli stesso ad opere religiose.

Il santo (1905): continuazione del romanzo precedente. Piero Maironi si è rifugiato a Subiaco dove, dotto il nome di Benedetto, conduce una vita di penitenza nel monastero dei Benedettini. Qui si sente investito, dalla Provvidenza, della missione di rinnovare la Chiesa e si dedica a questo scopo predicando con grande fervore, tanto che il popolo lo venera come santo. Più tardi, però, incompreso nel suo desiderio di rinnovamento spirituale della Chiesa, è abbandonato da tutti e guardato con diffidenza delle autorità ecclesiastiche e civili. Muore consumato dalla severità della disciplina ascetica a cui si sottopone, assistito dall’amata Jeanne che egli si illude di avere ricondotto alla fede.



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