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Commento: Pianto antico, Carducci

di Giosue Carducci
Commento:


La poesia fu scritta nel giugno del 1871 e, in seguito, ritoccata più volte. E' dedicata al ricordo del figlioletto Dante, scomparso nel novembre del 1870 a soli tre anni. In origine Pianto antico non aveva titolo; Carducci lo coniò nel 1879, in una lettera all'amico Giuseppe Chiarini. Antico significa di ogni tempo, perchè gli uomini di tutte le generazioni si trovano di fronte al dramma ineluttabile della morte. Il 1870 fu davvero un anno funesto per il poeta, percé ai primi di febbraio aveva perduto anche la madre.
Il Carducci, nella prima pubblicazione, premise a questa lirica un distico del poeta greco Mosco che piange il maestro Bione: le piante...rinascono e rivivono un altr'anno...or tu sotterra, in tenebroso loco, sempre muto starai... (trad. Leopardi), quasi a significare che il suo è un pianto antico, di sempre e di tanti che nei secoli furono colpiti dalla legge fatale della morte. Il sentimento della lirica carducciana è chiuso e disperato: il poeta, infatti, si sforza di celare il suo abbandono al dolore, ma il suo animo è troppo triste per riuscire a contenersi. Anzi, la tristezza ci appare tanto più intensa quanto più il poeta insiste nella descrizione della natura calda di sole e rinnovata nei suoi colori, in drammatico contasto con la terra fredda e nera che nasconde buio; nulla può l'amore di un padre per vincere questa disperante realtà, se non teneramente rievocare ad ogni ritorno di primavera, quel figlio che non tornerà più.
Così, libero da quei particolari ancora legati alla cronaca triste e alle immagini narrative che troviamo in Funere mersit acerbo, il canto non raggiunge una dimensione tragica, ma dolcemente lirica a ci contribuisce il ritmo che scorre come una nenia triste e affettuosa.



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