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Figure retoriche: La Sera Fiesolana, D'Annunzio

di Gabriele D'Annunzio
Figure retoriche:

"La sera fiesolana" fa parte del terzo libro di laudi di D'Annunzio, "Alcione", che celebra la natura.
Come è solito fare, D'Annunzio si rivolge ad un interlocutore indeterminato di sesso femminile, un "tu", di cui non si conosce il nome o a cui viene dato un nome fittizio. I versi sono liberi: non ci sono strofe e non c'è un numero prestabilito di sillabe. Questo dona alla poesia una musicalità ed un ritmo del tutto nuovi rispetto alle poesie sette-ottocentesche molto legate alla metrica classica.
D'Annunzio qui adotta una lingua poetica italiana ad altissimo livello, tanto da prediligere la parola per il fascino in sé piuttosto che per il significato, portando così ad un' "inflazione di parole": una parola aulica ed importante, mescolata ad altre simili, perde di valore.

Fresche le mie parole - dolci le mie parole = Sinestesia
Man di chi toglie = metonimia.
Le soglie cerule = Metafora indica la notte
Occhi umidi =  Metafora  che indica le pozzanghere di pioggia
Frasche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscio che le fan le foglie = Alliterazione della lettera F



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