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L’uomo senza qualità Musil Robert

Trama:
Fin dagli anni della Prima guerra mondiale Musil pensava a un vasto romanzo autobiografico, ma scritto in terza persona; erano nati abbozzi, appunti e pagine di diario. La prima parte dell’opera uscì a Berlino nel 1930 con il titolo Viaggio al margine del possibile; la seconda, intitolata Il regno millenario, nel 1933. Altri 14 capitoli uscirono postumi nel 1943; un’edizione complessiva, con tutti i materiali scritti da Musil, apparve nel 1952 ad Amburgo, con il titolo L’uomo senza qualità (Der Mann ohne Eigenschaften).
Più che un romanzo, L’uomo senza qualità è un antiromanzo: la vicenda cresce pagina dopo pagina senza un vero inizio né un epilogo; l’intreccio si dirama in ogni direzione, raccontando le vicende di molti personaggi e toccando tematiche diverse, senza che nessuna di esse giunga a una vera conclusione.
La trama si ambienta a Vienna. Per festeggiare il settantesimo anniversario di regno dell’imperatore Francesco Giuseppe, si costituisce un comitato politico, l’Azione parallela, di cui è segretario Ulrich, un ex ufficiale, uomo raffinato, solitario, istintivo. Gli altri membri del comitato sono individui meschini. Nel 1914 scoppia la guerra e il comitato si scioglie, senza aver concluso nulla. Ulrich parte per il fronte.
Il protagonista Ulrich non è definito dalle azioni che compier, né possiede una psicologia coerente; si modifica in ogni momento, a seconda dei rapporti che intrattiene con gli altri.
Senza qualità non significa inetto o incapace; in realtà non sono le qualità a fargli difetto, quanto la fermezza interiore necessaria per utilizzarle al meglio: Egli vedeva in sé tutte le capacità e qualità che il suo tempo apprezzava di più, ma aveva perduto la possibilità di applicarle. Tra gli altri personaggi, spiccano quelli femminili: Clarissa, amica del protagonista e infatuata di Moosbrugger, un omicida internato in manicomio, che Clarissa vuole liberare; Diotima (il nome riprende quello della sacerdotessa citata da Socrate nel Simposio di Platone), eclettica animatrice di salotti mondani e anima dell’Azione parallela; Gerda, ebrea, che abbandona l’agiatezza borghese per seguire un movimento giovanile cristiano; la sorella Agathe, che Ulrich ritrova a vent’anni e di cui s’innamora, costruendo un rapporto complesso e che via via prende la forma di un’esperienza mistica.
Il romanzo di Musil si può collocare nella stagione immediatamente successiva al Decadentismo. A quell’epoca molti scrittori, in aree culturali diverse, esprimevano il tema della crisi d’identità dell’uomo contemporaneo; una crisi acuita da fattori storico sociali, come i nazionalismi esasperati e contrapposti, l’emergere delle masse sulla scena della storia, il frantumarsi del vecchio ordine politico. Solo nell’impero austroungarico era parso che il tempo si fosse fermato: l’antico Stato asburgico, organismo multinazionale e cosmopolita, sembrava voler resistere di fronte alle novità della storia, quasi fosse un pezzo del vecchio mondo ottocentesco salvaguardato dalle dolorose novità del Novecento.
Proprio questo motivo rende la letteratura mitteleuropea tanto significativa della crisi decadente: infatti Musil e gli altri scrittori mitteleuropei (Mann, Kafka, Joseph Roth) testimoniano l’impossibilità d’illudersi; smascherano la caduta di quell’ordine politico sociale ormai illusorio e soprattutto denunciano il vuoto spirituale che, fatalmente, segue alla perdita di modelli prestigiosi ma ormai superati.
Non a caso, perciò, la filigrana che percorre l’uomo senza qualità è il tema della fine dell’impero austroungarico; ma questo sfondo si fa, appunto, emblema del crollo di un’intera civiltà, di una cultura secolare e di una conseguente e parallela, crisi culturale, Musil appare critico verso i meccanismi burocratici delle istituzioni imperiali, ma questo motivo viene a significare ben altro, per lui: diviene il segno della caduta di ogni illusione (individuale e collettiva) di intrattenere rapporti positivi con l’intera realtà.

Ulrich, un uomo senza qualità
La descrizione di Ulrich che Walter tratteggia è, in parte, dettata dalla gelosia; tuttavia, ha il pregio d’identificare caratteristiche reale del personaggio. Ulrich è descritto come un uomo vuoto, insensibile, impantanato, uno che non ha mai combinato nulla, insomma un niente. In realtà è un individuo colto, capace di meditare su qualunque argomento in qualunque momento, che sa sempre ciò che deve fare, come gli riconosce lo stesso Walter. Dunque, l’uomo senza qualità è paradossalmente ricco di qualità: possiede tutte queste qualità. Eppure non le possiede, come afferma Walter. Proprio in questo consiste il suo limite.
Per comprendere tale apparente contraddizione, dobbiamo considerare il concetto di possibilità, che Musil spiega fin dalle prime pagine del romanzo: Il senso della possibilità si potrebbe egualmente essere, e di non dar maggiore importanza a quello che è, che a quello che non è. Ulrich è appunto dotato del senso della possibilità, più che di concretezza, di senso della realtà.
Egli sa che nulla è stabile, che tutto muta e si trasforma: la realtà è in perenne movimento, caotica, imprevedibile. Anche Walter ribadirà, più avanti, tale concetto, dicendo che per Ulrich ogni cosa ha cento lati, ogni lato ha cento correlazioni, e a ciascuna sono annessi sentimenti diversi.
Il problema è che vive aperto a ogni possibilità fatica a riconoscersi una reale identità; soffre non di inerzia, ma di perenne inconcludenza; e rischia così di farsi sfuggire la vita. Ulrich, in sostanza è un personaggio senza, un uomo fuori (sono termini che valgono anche per i personaggi di Pirandello). Egli simboleggia una dispersione che non caratterizza solo la sua coscienza individuale, ma riflette il caos di un’intera epoca. Appunto il mito della fine di un’epoca trova nel romanzo di Musil la sua più compiuta rappresentazione nella dolorosa agonia e nella dissoluzione dell’impero asburgico. Ulrich esprimeva unicamente quella dispersione che oggi in tutto si manifesta , è la conclusione di Walter; e Clarisse dirà, poco più avanti: Oggi tutto è disperso. Dice che tutto s’è incagliato, non lui soltanto, riferendo il pensiero di Ulrich.



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