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Riassunto: Il Processo, Kafka

di Franz Kafka
Riassunto:

Il romanzo scritto per lo più nel 1914 ma pubblicato solo nel 1924, racconta l'accusa e la condanna inflitta a un mite impiegato di banca, Josef K. (figura chiaramente autobiografica), per una colpa che egli non conosce e che non riesce in alcun modo ad appurare.
Per un po' K. riprende la sua vita normale, poi si presenta spontaneamente al tribunale, ubicato nelle soffitte di uno strano palazzo di periferia. Nessuno sa rivelargli con precisione l'accusa, ma a poco a poco un oscuro senso di colpa s'impossessa di lui. Intanto la sua causa, sia pure tra le esasperanti lentezze della burocrazia, avanza implacabilmente. Ogni tanto K. è convocato in tribunale, ma non ottiene mai notizie precise. Incontra solo magistrati corrotti, funzionari volgari, strani individui.
Prima si affida all'avvocato Huld, poi a un amico dei giudici, il pittore Titorelli, il quale gli confida che non ha speranze, perché mai nessuno è del tutto innocente. Nel Duomo di Praga uno strano cappellano gli racconta l'oscura parabola della Legge, il cui senso generale, però, è sufficientemente chiaro: K, finora ha cercato la verità con i mezzi sbagliati; di fronte alla Legge, l'uomo è colpevole; riconoscerlo è forse il primo passo verso la salvezza, ammesso che esista. Il giorno prima del suo trentunesimo compleanno, un anno esatto dopo l'arresto, K. viene prelevato in albergo da due sicari, che danno esecuzione alla sentenza conficcandogli un coltello nel cuore.
Siamo davanti a un racconto simbolico, di non facile decifrazione. La lettura più semplice è quella nichilista (dal latino nihil, nulla): la vicenda di K. è un riflesso dell'assurdità, del nulla dell'esistenza. L'uomo s'illude che la propria esistenza abbia un fine; ma in realtà la vita è assurda, casuale, priva di significato, proprio come lo è la drammatica vicenda di Josef K. Una seconda chiave è biografica e psicoanalitica: il racconto rifletterebbe il difficile, tormentoso rapporto con il padre.
Franz gli si è ribellato; per tale infrazione alla legge non riesce più a liberarsi dai tormentosi sensi di colpa. La morte del protagonista equivale in sostanza a un suicidio-punizione. Secondo altri, la colpa segreta di Josef/Franz è quella di essersi allontanato dalla religione ebraica dei padri: è questo tradimento a condannarlo a morte, sinistra prefigurazione della Shoa di poco successiva. In un'ottica politica, il dramma di K. diviene infine il simbolo del conflitto fra l'individuo e il potere, raffigurato come una realtà dal volto totalitario e opprimente. La burocrazia (incarnata dal potere asburgico, a cui nel 1914 la città di Praga apparteneva) riduce l'uomo a una particella anonima e la vita sociale a un'ingranaggio: e l'individuo rischia di soccombere senza nemmeno sapere perché.
Una vera ossessione burocratica pervade molte pagine di Kafka, affollate di impiegati e funzionari.
Opera ricchissima di significati simbolici, Il processo è soprattutto il racconto di una crisi culturale: immagine della decadenza e dello smarrimento di un'umanità sempre più povera di certezze e carica di dubbi. Si riflettono dunque nel testo i temi portanti della cultura del primo Novecento. Sul piano stilistico, Kafka utilizza uno stile medio, che comunica un senso di grigiore e monotonia.
La sua lingua è priva di scarti, di accensioni, di suspense: in tal modo il lettore non viene affatto preparato o avvertito dell'inesplicabilità e assurdità di quanto sta accadendo. Il racconto viene ad assomigliare a un rapporto poliziesco o a un verbale giudiziario, più che a un testo letterario: siamo davanti a una delle tante forme dell'antiromanzo novecentesco.

Capitolo 1 - L'arresto di K.
Due guardie sono inviate dal tribunale per notificare al protagonista, Josef K. l'arresto. Più avanti egli verrà portato al suo posto di lavoro, in banca, e attenderà sviluppi successivi. L'evento è destinato a stravolgere la sua vita. per un po' egli spera (o vuole credere) che si tratti solo di uno scherzo dei colleghi della banca; ma nel suo animo intuisce, o teme, che si tratta di una cosa ben più seria di un semplice scherzo.
Il primo segnale d'allarme è il fatto che la colazione non gli è stata servita: Josef K. scoprirà poi che è stata requisita dalle guardie. Un altro cambiamento introdotto è il fatto che la signora Grubach, l'affittacamere, non entra nella stanza quando lo vede, non lo avvicina, probabilmente impedita in ciò da precisi ordini delle guardie. I primi tentativi di conoscere il motivo del suo arresto da parte di Josef K. provocano solo fastidio e rinvii da parte delle guardie. In K. comincia a nascere il dubbio di aver effettivamente commesso qualche sbaglio di cui non rende conto.
Un senso di mistero circonda il capitolo. Perché K. viene arrestato? In base a quale legge? Quale autorità ha preso tale decisione? Nel corso del romanzo si chiarirà come non esistono risposte a tali interrogativi. Il tema cruciale di Kafka è precisamente l'inconoscibilità del mondo, con l'angoscia che ne deriva. K. vorrebbe sapere (Come può essere che io sia arrestato, e per di più in questo modo?), ma fra lui e le guardie nessun dialogo è possibile (A domande simili noi non rispondiamo). I superiori cui le guardie si appellano sono figure lontane, che non perdono tempo a cercare le colpe nella popolazione: più semplicemente, vengono attratti dalle colpe, affinché più nessuno possa dirsi innocente. K. si sforza di ragionare con lucidità, produce i suoi documenti d'identità, ma essi non gli gioveranno a nulla (Che cosa vuole che ne facciamo?): in fondo, suggerisce il narratore, l'arresto rimette in gioco tutto, di lui, cominciando proprio dalla sua identità personale.
Il narratore, in sostanza, ha scoperto che ciò che è insolito, o mostruoso, si nasconde precisamente dietro le cose e i fatti della quotidianità: è uno dei grandi temi di Kafka. Perciò qui sottolinea la piatta e monotona quotidianità del suo scenario; il fatto che la stranezza di ciò che narra non dipenda affatto da presenze o cause soprannaturali, come accadeva invece nei racconti fantastici del Romanticismo, aggiunge nuovi motivi d'inquietudine.

Il Processo appartiene al genere fantastico.
Tuttavia quello di Kafka è un fantastico di tipo particolare. L'inizio del romanzo è l'unico luogo in cui il lettore sia posto davanti a qualcosa di strano: qui sembra davvero accadere un evento eccezionale, che turba l'ordine consueto delle cose. Più avanti, le cose cambiano: tutto di disporrà secondo una logica stringente, che nulla più concede al casuale e all'arbitrario. In tal modo Kafka rovescia gli schemi del fantastico:
  • esso, di solito, si avvia da una situazione perfettamente naturale, per inserirvi poi gradualmente elementi insoliti o illogici;
  • invece Kafka parte dall'assurdo, per conferire poi alla vicenda, man mano, un aspetto di normalità e naturalezza. In tal modo, tocca al protagonista e ai lettori il compito di adattarsi al fatto inesplicabile, accettandolo senza più sondarne le ragioni.
In sostanza, Kafka applica nell'incipit del Processo il criterio già sperimentato nel racconto La metamorfosi (1915), in cui il protagonista si sveglia trasformato in un insetto.



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